




Arte
Lungo i percorsi del progetto, l’iniziativa prevede anche la realizzazione, da parte di artisti di fama internazionale – sull’esempio del murales realizzato da Gio Pistone sulle pareti dell’Ex Maeba di San Marcello Pistoiese e di quello di Gola Hundun a Prunetta – di opere d’arte strettamente legate a tematiche territoriali e ambientali, attraverso percorsi partecipativi che coinvolgono le realtà del territorio (Pro Loco, associazioni, scuole etc), con l’ obiettivo di rilanciare l’immagine della Montagna Pistoiese a livello nazionale e internazionale, creando un’offerta turistica interessante anche per gli appassionati di arte contemporanea.
Gola Hundun a Prunetta
Procedendo da Prunetta verso Piteglio, nel centro del paese, proprio in prossimità di una curva a sinistra, su una delle facciate di un’abitazione è possibile ammirare la bellissima opera realizzata dallo street artist Gola Hundun, una delle opere di riqualificazione e di restauro paesaggistico previste dal progetto SEGNAVIE con l’obiettivo di valorizzare gli ambiti urbani e forestali attraverso il recupero di antichi segni e strutturandone di nuovi.
Gli elementi che compongono questo bellissimo murales sono le piante che troviamo nei boschi, lungo i fiumi e i sentieri delle nostre montagne, riportate come elementi minimi che insieme formano una composizione. La parte in alto rappresenta l’apice vegetativo come stato embrionale della vita e la forma “cornuta” invece, si ispira a Cernunnos – lo spirito divinizzato degli animali maschi, dio della fecondità, della virilità, della caccia, della guerra, dell’abbondanza, degli animali e della natura selvaggia e divinità preponderante dell’epoca della pietra, del bronzo e del mondo celtico – in un accostamento che vuole sincronizzare questa figura con l’apice vegetativo, con l’obiettivo di ridondare la vita nel mondo “vero”, quello rappresentato dalla natura.








Gio Pistone a San Marcello Pistoiese









“Fabula” è il titolo dell’ opera realizzata dall’artista romana Gio Pistone sulle pareti esterne del Centro Culturale Ex Maeba e che parte dallo sguardo del paesaggio e dell’ambiente circostante, delle visite e delle leggende lette che riguardano la Montagna Pistoiese. C’è un enorme quantità di leggende, forme, flore e faune in questo luogo e quindi perché sceglierne un elemento solo per farsi ispirare? Meglio farsi prendere dal tutto: e così è stato.
Esiste una enorme ogiva, ci sono le fabbriche di quella che fu l’industria principale della zona, c’è il tritone, la strega del lago, le querce, la statua equestre, le api, il ponte sospeso…
Un lavoro in cui l’artista ha preso le immagini che gli sono rimaste in mente e le ha rimescolate perché cambiando l’ordine degli elementi che costituiscono il contenuto di una fiaba, ad esempio, se ne crea una diversa. Gli elementi spesso sono gli stessi una strega, un re, una principessa ma la composizione può essere diversa ed infinita. Ci sono tante storie da raccontare in quell’opera, le immagini sono filtrate attraverso la fantasia per dare luogo ad altro ma l’ispirazione, quella rimane la stessa, il luogo e la sua storia. Questo processo naturale del cervello che spesso ci insegnano a silenziare per dare più spazio alla memoria, è la base della creazione: fantasticare, inventare, creare dove non c’è.
Marina Arienzale al Ponte Sospeso
L’installazione di Marina Arienzale intitolata NADIR ricrea una costellazione a terra situata sul prato sotto il centro del ponte sospeso, realizzata in modo tale che sia quasi impercettibile di giorno, ma completamente visibile di notte grazie all’uso di una vernice fotoluminescente. Il Nadir, seguendo il significato astronomico, è la controparte rispetto allo Zenit, il polo che non vediamo mai, il polo depresso, ma anche lo straordinario nell’ordinario, il punto più profondo. La costellazione della vela riprodotta nell’installazione dell’artista, come la figurazione suggerisce, coadiuvava l‘orientamento dei navigatori nelle loro spedizioni verso terre sconosciute; seguendo questo filo di senso l’installazione NADIR ci spinge oltre a trovare nel familiare, sottolineato dall’uso di materiali autoctoni, qualcosa di sorprendentemente nuovo.
L’opera NADIR ci spinge a superare la cultura e la società in cui viviamo e in cui esperiamo il nostro paradigma collettivo, ad andare oltre, a fare un cammino e a guardare in alto e in basso, sospesi, e pronti a porre il nostro pensiero critico di fronte alle mille possibilità dell’immaginario.







Bosoletti a La Lima








A luglio 2021 l’artista argentino Francisco Bosoletti ha realizzato un intervento di pittura murale dal titolo “Tutto scorre” su una delle pareti dell’ex circolo – teatro della Lima, nel Comune di San Marcello Piteglio. Il lavoro di Bosoletti è stato realizzato nell’ambito dell’edizione 2021 del Festival Pennelli Ribelli, progetto artistico indipendente, autoprodotto e nato in Emilia Romagna nel 2018 in collaborazione con l’associazione socio-culturale Maeba di San Marcello Pistoiese.
Dopo un periodo di residenza sulla montagna pistoiese, Bosoletti si è concentrato in particolar modo sulle rovine dell’antico ponte della Lima, attingendo liberamente alla memorie del luogo e alle figure presenti negli elementi decorativi dell’antica infrastruttura. La figura femminile rappresentata su una delle pareti dell’edificio accentua la sensazione del tempo che scorre, si integra perfettamente all’estetica del luogo, evocando in modo potente la forza del passato. In questo modo si leggono i graffi appositamente operati, allo stesso modo le rimozioni di colore trovano un equilibrio con le naturali screpolature delle vecchie pareti e la natura degli antichi elementi del ponte. Un’opera realizzata nel nostro presente che, tuttavia, suscita un dubbio rispetto alla sua collocazione temporale. Il valore artistico dell’opera si arricchisce grazie anche alla cifra stilistica di Bosoletti: le sue pitture hanno una doppia lettura, in quando possono essere apprezzate anche osservando il negativo dell’opera.
Andrea Casciu a Maresca
Tritone, dell’artista Andrea Casciu, è un murale che nasce per rievocare l’acqua e il fuoco, due elementi molto importanti perché a Maresca è presente una vecchia ferriera del 1600, la lavorazione del ferro avveniva grazie all’acqua che incanalata da un sistema idrico nel mulino, permetteva la battitura del ferro. Tritone è rappresentato come divinità dell’acqua intento a forgiare un metallo incandescente con le sue grandi tenaglie, una rappresentazione che intende omaggiare Maresca e i suoi abitanti.
La mutevolezza e le trasformazioni sono alla base della sua indagine, Casciu crea associazioni di immagini e mondi fantastici che dialogano con l’icona del suo volto. Nel suo lavoro è presente un’ostinata autoanalisi che giornalmente lo spinge ad un continuo studio, su se stesso e su tutto ciò che lo circonda.







